Misericordia, un antidoto al virus dell’indifferenza
Qual è l’antidoto per il virus dell’indifferenza? Durante la messa mattutina del 12 marzo, a Casa Santa Marta, Papa Francesco ha riflettuto sull’indifferenza. Il nostro pastore ci ha invitato a non essere chiusi in noi stessi, nel nostro egoismo, nelle nostre paure, ma, al contrario, auspica che possiamo andare incontro all’altro e lasciare arrivare ai nostri cuori le informazioni che abbiamo ricevuto.
Ha fatto una bella riflessione – totalmente attuale – su un brano del Vangelo di Luca 16,19-31. In esso abbiamo due “personaggi”: uno ricco e uno povero. Il ricco sapeva di avere un povero alla porta, ma non gli importava di lui. Il povero, soffriva molto, voleva soddisfare la sua fame con le briciole che cadevano dal tavolo del ricco.
Un antidoto al virus
Il Vangelo dice che entrambi muoiono. Il povero viene condotto da Abramo. Per quanto riguarda la morte del ricco, il Vangelo dice solo che è morto e seppellito. Ma l’uomo ricco, nel suo tormento, alza lo sguardo e vede Abramo e il povero Lazzaro al suo fianco.
Il ricco grida pietà e gli viene ricordato da Abramo della vita che ha scelto di vivere e mostra quanto fosse indifferente. Gli mostra anche tutta la sofferenza vissuta dal povero (Lazzaro). In quel momento è visibile la Misericordia con la quale quel povero uomo era coinvolto e raggiunto.
Quante volte abbiamo vissuto – senza nemmeno accorgercene – questa stessa indifferenza nella nostra vita quotidiana. Sappiamo quanto soffrono e molti di loro sono alla nostra portata, nei nostri sguardi e nei nostri atteggiamenti.
Il virus: indifferenza!
Ma, nonostante abbiamo coscienza di questo male, sulla sofferenza degli altri, questo sapere diventa un’abitudine ai nostri occhi e non giunge nei nostri cuori. L’indifferenza, quindi, si insedia nei nostri cuori e agisce su di noi come un virus: arriva e a volte non ci rendiamo conto di essere stati infettati. Questo virus si sta diffondendo e il nostro sistema di difesa – che è amore, misericordia – cerca di avvisarci.
Questi sono i momenti in cui leggiamo una notizia, apprendiamo che è successo qualcosa di orribile, qualcuno è stato assassinato, qualcuno si è tolto la vita, qualcuno è depresso, un bambino che è morto di fame, un fratello che è stato aggredito, un povero che bussa alla nostra casa e chiede qualcosa da bere e da mangiare. Ci commuoviamo persino. Ma il virus è già in noi. Misericordia e Amore cercano di farci uscire da questo stato di infezione. Ma il virus ci sta già prendendo il cuore. Siamo commossi, ma presto troviamo una giustificazione, troviamo un colpevole e le nostre braccia rimangono incrociate e finiamo per essere peggiori di quelli che critichiamo e che sono “responsabili” della poca attenzione di quella persona e/o situazione.
Un antidoto, ma non un sentimento!
La Misericordia ci condurrà sempre a una profonda compassione per l’altro, per questo è un antidoto al virus dell’indifferenza! Ma questa compassione non sarà mai soltanto un sentimento. Diventerà un attitudine. Perché la Misericordia non è – non è mai stata e non sarà mai – una sensazione. La misericordia si muove in anticipo, si estende all’altro.
Possa Dio darci la grazia di capire che l’opposto dell’amore non è l’odio, ma l’indifferenza. L’amore è concreto (e lo ripeto), sarà sempre l’antidoto al virus dell’indifferenza e dell’abbandono degli altri. Possa Dio insegnarci a vivere l’Amore e la Misericordia, liberandoci da questo virus che è indifferenza! Il nostro cuore e le nostre vite sono fatte di amore, per l’amore, di Misericordia, per la Misericordia! Guarda oltre te stesso e tendi la tua mano!
L’amore è urgente e la Misericordia è imminente!
Rosana Meneses
Missionaria di Alleanza – Communità di Salto / SP
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