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Cosa accomuna San Francesco d’Assisi
con la Giornata della Natura?

Cosa accomuna San Francesco d’Assisi con la Giornata della Natura?

Opportunamente, nel giorno in cui la Chiesa ricorda San Francesco d’Assisi, ricordiamo la Giornata mondiale della Natura. Facciamo un percorso molto semplice per dare alla creazione la giusta attenzione, per la maggior gloria di Dio.

A partire dal nulla

Nella Genesi, Dio, come un artista, crea dal nulla (ex nihil) tutte le cose (cfr Gn 1, 2-3), poi le ordina e, infine, assegna a ciascuna creatura una missione ben precisa (leggi tutto il primo capitolo della Genesi).

È importante capire che quando Dio crea, non prende una piccola parte di Sé e crea, dà vita a qualcosa di completamente nuovo e distinto da Lui. Quindi, in un certo senso, è sbagliato dire che Dio è in ogni cosa, come se ogni cosa avesse poco della sua essenza.

Il culmine della creazione è l’uomo (il genere umano) che, a immagine e somiglianza di Dio, è posto per amministrare il mondo intero: “Il Signore Dio prese l’uomo e lo pose nel giardino di Eden, perché lo coltivasse e lo custodisse.”(Gn 2,15). In noi, Egli ha soffiato il suo respiro divino (ruah).

Il divino e l’umano

Come un artista Egli ha plasmato ogni essere, dal più grande al più piccolo, ha scritto la legge della vita nei nostri corpi; siamo capolavori unici, ma comunque, polvere della terra. Cosa c’è di divino in noi? Bene, usiamo l’analogia dell’artista o dell’artigiano per spiegarlo meglio.

Affinché possiamo distinguere le opere di uno e di un altro artista, ognuno ha la sua firma o uno stile che contraddistingue il suo lavoro. Possiamo dire che ogni creatura ha la firma divina.

Uno squilibrio chiamato peccato

Con la caduta (leggi Genesi 3), purtroppo, ciò che era armonia viene destabilizzato; l’uomo e la donna dovranno, con molta fatica e sofferenza, sopravvivere e moltiplicarsi sulla terra.

Dovranno “combattere” con la terra, fino ad allora amica, in modo che dia loro il sostentamento di ogni giorno; i mondi animale e vegetale sono ora una minaccia per le loro vite.

Quindi, ci sono piante che nutrono e guariscono e ce ne sono altre che avvelenano e uccidono; lo stesso avviene con gli animali selvatici. La natura diventa ostile a causa del disordine del peccato originale.

Anche l’uomo si allontana da Dio volendo procurarsi il benessere (Atti 17,27), fino al momento in cui egli stesso si lascia trovare per mezzo di Gesù, il Salvatore e Redentore di tutte le cose.

Prendersi cura della casa comune

Con l’avvento dell’Enciclica “Laudato Si”, il magistero della chiesa ha rivolto la sua attenzione all’importanza del rispetto del creato. L’uomo in generale sapeva che, con molto impegno e creatività, doveva trarre il sostentamento dalla terra. Quante cose oggi sono essenziali per la vita moderna e che provengono al 100% dalla natura, ad esempio, l’energia idroelettrica e l’energia eolica (elettricità attraverso la forza dei venti).

Sfortunatamente, a causa del peccato originale, l’uomo altera il suo ruolo di amministratore e finisce per diventare molto più un predatore, causando gravi danni e mali.

“Essa infatti è stata sottomessa alla caducità – non per suo volere, ma per volere di colui che l’ha sottomessa” (Rm 8, 20)

La vanità, per la quale la creazione è soggetta, è la corruzione e la miseria, proprio perché l’uomo è lontano da Dio. Qui è importante fare la nostra parte per prenderci cura della nostra casa comune nel miglior modo possibile, senza dimenticare una cosa: la caducità di questo mondo.

La nostra ultima casa è il paradiso

Tutta la bellezza della creazione non può essere paragonata alla bellezza della nostra dimora finale. Come abbiamo detto sopra, questo mondo è transitorio e passerà (cfr Mt 25, 35). Non dobbiamo in alcun modo dimenticare che la nostra casa, la nostra patria è il paradiso!

Tutto questo mondo, insieme all’uomo, era destinato alla morte, ma per la salvezza di Cristo e la vita nello Spirito siamo stati giustificati. La purificazione del creato è legata alla santità dell’uomo.

“Io ritengo, infatti, che le sofferenze del momento presente non sono paragonabili alla gloria futura che dovrà essere rivelata in noi. La creazione stessa attende con impazienza la rivelazione dei figli di Dio”. (Rm 8,18-19)

Pertanto, dimorare in questo mondo trascurando la nostra santità è il danno più grande che possiamo fare alla creazione!

I nostri figli e le generazioni future devono imparare e avere la certezza che in questo mondo siamo di passaggio; un giorno tutto sarà rinnovato e saremo sicuramente in Paradiso.

Attenzione ai pericoli

Oggi assistiamo ad una crescente mentalità pagana che, invece di rispettare la natura come creatura, arriva ad adorarla come un dio, come facevano gli antichi popoli che adoravano il dio sole o la luna per esempio.

Il nostro fratello San Francesco d’Assisi, che chiamava ogni creatura fratello e sorella, ammirava la natura, perché con essa dava maggior gloria a Dio: è in Cristo che possiamo ammirare cose perfettamente create e conoscere così un pò di divina bellezza.

“Quando contemplo il firmamento, il lavoro delle tue dita, la luna e le stelle che hai fissato lì: “Che cos’è l’uomo – mi dico allora – per pensare a lui? Quali sono i figli di Adamo, perché tu ti occupi di loro?”

Nel frattempo lo hai reso quasi uguale agli angeli, lo hai coronato di gloria e onore. Gli hai dato potere sulle opere delle tue mani, gli hai sottomesso l’intero universo. Mandrie e bovini e anche animali selvatici, uccelli del cielo e pesci del mare, tutto ciò che si muove nelle acque dell’oceano”. O Signore nostro Dio, quanto è glorioso il tuo nome su tutta la terra!” (Salmo 8, 4-10)

Per Cristo e in Cristo

Francesco, innamorato di Dio, è riuscito, attraverso il contatto con il creato, ad amare e glorificare ancora di più il Padre celeste avvicinandosi a Lui fino a ricevere le stimmate.

Un suo discepolo, San Bonaventura, noto anche come il serafico cantore della creazione, ha elaborato in modo magnifico uno studio accurato e sistematico sulla creazione.

Riconosce che nel mondo ci sono riflessi di Bontà e Bellezza Divina e che l’uomo potrebbe trovare in esso un mezzo per incontrare il vero Dio. Questo può accadere tuttavia solo se vive in Cristo:

“In Cristo l’universo stesso, osserva San Bonaventura, può tornare ad essere una voce che parla di Dio e ci incoraggia a esplorare la sua presenza; ci esorta ad onorarlo e glorificarlo in ogni cosa”. (De reductione artium ad theologiam, I, 15. Papa Benedetto XVI, Omelia a Bagnoregio, 2009)

Possiamo affermare, quindi, che la natura sarà veramente “salvata”, purificata, preservata solo quando l’umanità, conoscerà e si unirà definitivamente a Cristo.

Possa San Francesco d’Assisi intercedere per noi!