In questo momento in cui celebriamo la Pentecoste, la venuta dello Spirito Santo sulla Beata Vergine Maria e gli apostoli riuniti nel Cenacolo, pensiamo a varie cose legate alla Terza Persona della Santissima Trinità.
Sì, c’è stato un tempo in cui lo Spirito Santo sembrava essere stato un po’ dimenticato, lasciato “da parte”, al punto che la Beata Elena Guerra, nel 1886 scrisse più volte a Papa Leone XIII, chiedendogli di esortare i cristiani di quel tempo a riscoprire la vita secondo lo Spirito Santo.
“L’Apostola dello Spirito Santo dei tempi moderni”, come Elena fu chiamata dal Papa nella sua beatificazione, non solo parlò al Santo Padre, ma lo influenzò a scrivere diversi documenti sullo Spirito Santo, oltre a spingerlo anche ad invitare i fedeli a questa esperienza pentecostale.
Nonostante questa possibile “dimenticanza”, dobbiamo sempre ricordare che, sebbene lo Spirito Santo sia apparso nella forma corporea di una colomba, non è addomesticabile, ingabbiabile o imprigionabile. Lo Spirito Santo è la vita della Chiesa, il Movimento della Chiesa, quello che suscita anche questa pluralità di carismi, ma che li unisce come membri dello stesso Corpo Mistico di cui Cristo è il capo.
Il grande errore di questo tempo presente e anche un argomento un po’ controverso, riguarda proprio questa “appartenenza allo Spirito Santo”. A chi appartiene? Chi può parlare per Lui? In chi dovrebbe/può agire? Cosa crea un’azione dello Spirito? Quando può agire?
Sono domande che non dovremmo nemmeno porre, poiché “Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai di dove viene e dove va” (Gv 3,8). Ma visto che lo facciamo, abbiamo qualcuno che può risponderci. Vi presento, Papa Francesco.
Scopri alcune delle frasi di Papa Francesco sull’incarcerazione dello Spirito Santo che insistiamo a fare, mentre ci poniamo come Suoi proprietari e giudici: